31.05.2009
C’è confusione nel quesito di oggi, o dell’altro dentro un bicchiere… troppe cose non si hanno dai, troppe rapine sono un muro attaccato addosso dalla parte davanti del corpo, troppe esigenze: “Chi non parla è il tuo sangue bevuto nel mio bicchiere”, il piattino (piccolo piatto) non era mai stato previsto come una grande Peugeot di ricordi, grazie.
Una stella non è per poco, ma una rivelazione l’ignoranza superata, il punto dove il tuo codice sarà tuo. Quel coso il fondo laggiù invece, chi è? Cosa conta se sei spento tu o il tuo sistema sociale politico, la democrazia e il tuo reale… cosa non puoi, dov’è il falso o chi è falso? Quelli che sono muri di divisione architettonici non naturali, dal quale problema non esiste soluzione, non si esce da una porta, dove non esiste la porta. Cosa volevi sapere lo sai che io lo so, lascia quei triangoli che servono solo per non tornare dove sei stato prima, più infondo e non ci sei più.
Di cosa gli altri vogliono sapere, di quella libertà che si apre dove ti eri perso, cos’era la soluzione o la tua disgrazia, non puoi parlare di cosa non sai e digli di no, non era cosa… c’era una strage giù in strada, come non è un sogno il resto della tua vita o il mondo ad esempio esci e trovi quel che sentivi, torni e sai cosa ti dicono che sei tu, di più non sai cosa come vedi siamo sempre qui. Quelle aperture perdenti mentre ci sono posti dove anche persone sono cose, non più anime ma oggetti da descrivere. Tranne la ghigliottina, chi ha perso è già lì che riscuote. Chi è più potente gode, non è vero? E qualcuno ci dirà di che si occupa questa funzione, perché qui stringe fine, ma sarà ancora giorno il Sole, la Luna.
E poi, e poi ehm, una canzone di Mina. S’incomincia per quanto drasticamente, si cammina nel senso generale delle parole che ci mancano, buon appetito anche a te. La felicità nelle cose che non esistono è dove restare in silenzio, credi ancora che le parole fanno tutte quelle cose che dicono, io penso che ci sia un partito sbagliato da dove andar via ma, gli umani che ci pensano dove sono? Qui non è tutto sbagliato, strappato e buttato via per sempre, invece sembra quell’interesse di cinque minuti prima, il non si dice così. Ti sono venuti a comprare per un male? Ah, ho capito forse non ti escono le parole, le tue paure o cosa il creato ti può dare, ci vogliono rubare dove si finisce, così non lo sappiamo: soluzione creazione uguale facile, essere sé stessi in tutti e in tutto uguale difficile… poi vai a vedere quante persone…